Gioco in 40 battute per quartetto d’archi, 1989
esecuzione virtuale con campioni
Piccolo bagno d’umiltà e nessuna pretesa. È la mia prima cosa in assoluto scritta su pentagramma, un gioco in quaranta battute per quartetto d’archi (addirittura!). Ritrovato sottraendolo dalle mie stesse grinfie tese ad eliminare le possibili vergogne. L’antefatto: ero un ragazzo, con studi iniziati solo in tarda età e con una maturità musicale che ne sapeva poco più di una licenza di solfeggio, ai tempi se mi aveste chiesto un semplice glissato, probabilmente vi avrei offerto un gelato! Per limitatissime condizioni, era un sogno per me poter studiare già uno strumento figuriamoci anche composizione. In conservatorio assistevo alle lezioni di un docente di composizione (che solo a vederlo era per me come incontrare dio) il quale un giorno, affezionandosi all’ostinato intruso, mi provocò dicendomi: ma dai, scrivi qualcosa! Scarabocchia, inventa senza remore. Solo 40 battute! Ed io lo feci …non ho avuto mai il coraggio di sottoporglielo. Poi sono accadute tante altre cose, forse troppe cose. Eccolo! Preferirei che ascoltaste, suvvia, il danno è poco, solo 40 battute.